Consigli outdoor: Il binomio meteo – orientamento

Siamo arrivati alla terza diretta tematica di Grem Bike Talks About, che ci ha visti affrontare un tema essenziale per poter uscire in escursione in sicurezza: la conoscenza delle previsioni meteo e la capacità di orientamento, tramite l’uso di strumenti e dispositivi funzionali e affidabili.

Il meteo in montagna: Riflessioni e consigli

Le condizioni meteo influenzano i pericoli oggettivi delle escursioni outdoor. Bisogna quindi informarsi sulle condizioni meteo prima di uscire in escursione, ed è importante che questa verifica sia fatta non il giorno stesso, ma nei giorni precedenti.

Regola d’oro da ricordare, infatti, è che la previsione meteo è attendibile in un range massimo di 6 giorni, anche perché in 72, 48 o 24 ore le condizioni possono cambiare e spostare eventuali perturbazioni di qualche giorno.

Questa regola vale anche per le uscite in bicicletta: considerando che i ciclisti attraversano più località nella stessa giornata, proprio per la velocità del mezzo, è necessario avere una chiarezza maggiore del meteo nelle specifiche zone. Per questo può essere utile affidarsi a guide locali, oltre che evitare di utilizzare applicazioni poco attendibili: nel mare di app disponibili per gli smartphone, il meteo fornito dall’Aeronautica Militare è sicuramente una fonte molto affidabile a cui riferirsi, ad esempio.

Se quindi le previsioni meteo avvisano che ci sarà una giornata ventilata, sapremo come vestirci di conseguenza e affrontare il fenomeno del wind chill (del quale abbiamo parlato qui). Partendo la mattina sicuramente si andrà in direzione del vento, la sera invece, calata l’energia del sole, il vento scenderà. Quindi la previsione meteo ci permette di costruire nel dettaglio le condizioni atmosferiche in relazione alla zona e alla forma della natura che ci ospiterà.

Ad esempio, le valli bergamasche, per la loro morfologia e la presenza del lago d’Iseo, hanno un clima atlantico pur essendo Prealpi, con una piovosità importante. Per questo una guida del territorio può essere fondamentale nella conoscenza del meteo locale.

Altra regola d’oro: bisogna sempre considerare il cambiamento repentino del meteo, ovvero il passaggio da una giornata soleggiata ad un temporale che può mettere a rischio l’escursione. In quel caso bisogna sapere esattamente quale sia la strada più veloce per fare ritorno, soprattutto considerando che se si è in sella ad una bici in carbonio si rischia l’effetto parafulmine. Quindi avere bene in mente quali siano gli eventuali rifugi a disposizione, allontanando la bici che è un conduttore perfetto per i fulmini, e sapere come reagire con lucidità e prontezza, sono nozioni da assimilare e da considerare nell’organizzazione di un’escursione.

Il temporale è una condizione meteorologica da conoscere per affrontarla al meglio, essendo la peggiore situazione nella quale trovarsi in ambiente montano. La formazione delle nuvole, cariche di pioggia, crea anche una differenza elettrostatica negativa, che si scontra con quella positiva del terreno. Avvicinandosi, le due cariche creano il boato del tuono e la scarica elettrica del fulmine. Il suono si propaga diversamente dalla luce, per cui vediamo prima il lampo e poi dopo qualche secondo si sente il rumore fragoroso: ricordate quindi che più la distanza tra i due è breve, più siamo vicini al fulmine, per cui dobbiamo spostarci, in fretta, di conseguenza.

Ricordando sempre che più si è esposti e più si è a rischio di conduzione, con problemi cardiaci e respiratori nei peggiori dei casi. Per cui il consiglio è di ripararsi non vicino ai tronchi, evitando il contatto con altre persone per non creare una catena di conduzione e, per lo stesso motivo, liberarsi di materiali metallici, di richiamo per il fulmine.

Come orientarsi: Tra i sentieri, con le mappe

La prima cosa da fare è capire il percorso tramite una cartina, poi tramite un dispositivo GPS si può scaricare la traccia del percorso creato. In questo modo si possono valutare i fattori di pendenza, rischio, eventuali ostacoli, difficoltà, tipologia di sentiero per capire se è praticabile in bici e/o a piedi.

Studiare la traccia prima di uscire in escursione permette di valutare le curve di livello, ovvero di capire il dislivello che si dovrà affrontare e adattare il percorso in corso d’opera in base alle informazioni acquisite prima della partenza. Essendo l’immagine della cartina bidimensionale, le curve di livello ci permettono di conoscere meglio la terza dimensione dell’ambiente, ovvero una montagna, un avvallamento o una cima.

Per capire il dettaglio di una cartina e riuscire a leggerla correttamente, bisogna verificare la scala di riduzione: una carta 1:15.000 significa che 1 cm sulla carta corrisponde a 150 metri reali. Quindi più si allarga la scala, meno la cartina sarà dettagliata; un particolare da tenere in considerazione per avere una visuale più ampia non solo del percorso, ma della natura circostante.

In riferimento al GPS, si tratta di uno strumento utile per integrare la traccia con punti di interesse, deviazioni e fontane. Sicuramente il consiglio è acquistare un GPS o un navigatore da auto, che deve essere di supporto al nostro orientamento visivo. Ad esempio, in caso di nebbia ci possiamo appoggiare alla traccia salvata sul dispositivo e al bisogno può diventare un telefono satellitare in grado di inviare un messaggio di emergenza.

Infine, non dimentichiamo che l’essere umano ha sempre avuto la capacità di orientarsi, anche se l’era tecnologica ha impigrito questa attitudine naturale di utilizzare la memoria visiva. La bussola e la cartina sono lo step intermedio tra la nostra capacità naturale di orientarci e la tecnologia che sostituisce completamente la nostra azione.

 

In conclusione, gli strumenti utili nelle escursioni outdoor sono effettivamente tali se si impara a conoscerli e ad usarli in modo corretto. Sicuramente, in ogni caso, è meglio uscire in escursione ben equipaggiati, per avere sempre la situazione sotto controllo.

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